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Infodemiology & infoveillance

by rainwiz. Average Reading Time: about 2 minutes.

Una e-mail di Laura Downey mi invita a riflettere su due neologismi molto interessanti.

Infodemiology (infodemiologia) è lo studio di come una serie di informazioni si propaga velocemente in un pubblico molto vasto attraverso i "media elettronici" (o "nuovi media", definizioni davvero inadatte a cogliere la specificità dell’integrazione che stiamo vivendo tra Web e altri device) con particolare attenzione ai temi di sanità e salute pubblica.
Abbiamo a disposizione molte tecniche e vari strumenti per studiare le infodemie, come:

  • l’analisi statistica delle query di ricerca nei principali motori (quante volte nel tempo viene cercata questa keyword/keyphrase?) e il conteggio dei risultati nelle SERP;
  • l’analisi del contenuto delle news sugli aggregatori o nei feed RSS;
  • l’analisi delle occorrenze nei messaggi di status dei social network o dei sistemi di microblogging.

A mio modo di vedere è riduttivo confinare un termine così evocativo solo nell’ambito dell’heath marketing. Mi piace pensare alla parola infodemia come a un fenomeno che si verifica costantemente su temi molto vari, un’arma molto affilata nelle mani dell’advertising o del marketing politico. Infatti la possibilità di monitorare puntualmente (con le tecniche più difformi) l’esito di una campagna di comunicazione sul Web ha creato una frattura tra un prima e un dopo: le tecniche di ricerca a campione hanno lasciato il passo alle analisi statistiche di universi estesi (come ad es. la blogosfera che si occupa di un particolare argomento o prodotto). È un cambiamento che investe profondamente il mercato della comunicazione, spostando capitali dai media broadcast al Web, come testimoniano i dati Nielsen o IAB.

Ma c’è di più: il trattamento statistico dei flussi informativi (informazioni su come altre informazioni si propagano) è uno strumento di potere perché è una base di partenza per capire la conoscenza della propria l’audience in materia ed eventualmente controllarla, orientandola verso questa o quella informazione. Definibile come infoveillance (infoveglianza?) questa attività apre per l’ennesima volta (come se ce ne fosse ulteriormente bisogno) il tema della sorveglianza nella direzione di Bentham/Focault, cioè sul potere derivante dal superamento del limite tra spazio pubblico e spazio privato, grandi categorie del passato che sembrano oggi implodere in un continuum sempre più sfumato e inafferrabile.

Insomma, tutte cose già dette, corredate da questi due neologismi che però sono una risorsa utile, in quanto hanno la forza di riassumere la conoscenza in una parola, sistematizzandola.
Per approfondire questi temi vi rimando ad un paper di Gunther Eysenbach, davvero ben scritto.

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