iA


Berlin: two snapshots

by rainwiz. Average Reading Time: almost 2 minutes.

Tornato da un po’ di tempo da Berlino ho questo post che mi galleggia nella testa, trasformandosi di giorno in giorno in qualcosa di diverso. Ierisera una chiacchierata con un amico mi ha fatto capire che dovevo sbrigarmi a scriverlo prima che tutta la sabbia mi fosse caduta dalle mani.

Due istantanee.

Reboot : il coraggio mettersi permanentemente in discussione.
Regola numero 1: fare. Regola numero 2: cambiare. Regola numero 3: cambiare mentre si fa e fare tutto in modo di cambiare. La voglia di fare rispetto a quella di sembrare. Tagliando con il rasoio di Spinoza, molta sostanza e poca forma.
Un posto in continua trasformazione, una città con un motore silenzioso che la muove costantemente. Ottocento, Novencento e contemporaneità si prendono una birra allo stesso tavolino. Un posto fatto di retrobottega operosi più che di sale d’aspetto, di locali improvvisati e poco categorizzabili.
Il costo della vità è notevolmente più basso che in altre capitali europee e questo rende Berlino una città molto giovane, dove la vita è sostenibile anche per chi non ha redditi consolidati. Questo richiamo si traduce in energia creativa e vita pulsante: fiumi di persone in giro ad ogni ora del giorno e della notte con voglia interminabile di fare festa.
Dare le spalle all’osservatore perché si è impegnati a vivere un’emozione.

Both sides of the coin: mischiare, contaminare, cortocircuitare.
C’è qualcosa di più grande di me e di te. C’è un tutt’uno. Qualcosa che è oltre le parti e che lega/slega/riassembla le cose. Gettare una luce sulla tensione tra gli opposti; superarla, attraverso qualcosa che è oltre e scavalca delle vecchie discussioni. Potzdamer Platz e Prenzlauerberg sono due facce della stessa medaglia. Berlino è quel bordo rugoso della moneta che non le divide bensì le unisce.
1972. Andy Warhol include Mao nella gallery del suo progetto "ritratti.
Oggi una copia è esposta su una parete rossa alla fine di una lunga galleria presso l’Hamburger Bahnhof, dove tra le altre cose c’è, sorridente e paciosa, anche una delle "rane" di Martin Kippenberger.
Non ci sono più muri e qualcuno l’aveva capito da tempo.

Mao è Pop.

No comments on ‘Berlin: two snapshots’

Leave a Reply