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Il passato è una terra straniera (2008)

by rainwiz. Average Reading Time: almost 2 minutes.

Contesto: Ho visto Il passato è una terra straniera (2007) di Daniele Vicari

Quello che non ti aspetti. E sei felice.

Tra "l’odore della notte" per taglio e "Il sorpasso" per situazioni, il film è davvero interessante.
Un road movie? Un film di formazione?

Innanziutto Bari, un punto sulla cartina da un milione di abitanti misteriosamente ignorato dal cinema italiano (tranne alcune celebri eccezioni "La capagira", "Mio cognato", ecc. sempre in ambito comedy). La Bari del quartiere murattiano, il Borgo Nuovo progettato da Murat come un castrum romano di strade tutte ortogonali e palazzi bene. La Bari in cui comunque vivono i professori dell’università Aldo Moro e nacquero esperienze uniche nel Mezzogiorno come la casa editrice Laterza. Qualcosa di simile ma al contempo diverso dal Vomero, Parioli, La collina a Torino, Sampierdarena, ecc.

Diverso perché il legame tra le città nella città è diretto (molto più di una funicolare o di una metro da Piscinola che ad una certa ora terminano il servizio), le due Bari del film si parlano direttamente a tutte le ore, attraverso Corso Vittorio Emanuele II. La relazione tra queste due anime, le contaminazioni, la metafora stessa delle "vite parallele" espressa nella storia del protagonista ci ricordano la tensione che intercorre nelle scelte (anche inconsapevoli) che abbiamo fatto e che determinano un po’ chi siamo.

Un Vicari che si rituffa nel racconto della strada. Anche per lui "il passato è una terra straniera", perciò taglia ancor più nettamente il legame che aveva con i leziosismi del racconto sulla Bologna degli anni ’70 (si veda "Lavorare con Lentezza" di Chiesa, suo "Francesco", cioé ex-compagno d’avventura).
Un film "maturo", come piace dire al cugino Alberto, in cui gli erorri naif di "Velocità Massima" come le battute da situazione "alla romana" non ci sono più. Un film impreziosito dall’interpretazione di Elio Germano e dell’inatteso Michele Riondino.

Il resto dei credits è una sorta di DOCG, con Corsi&Romoli e Procacci alla produzione, Teho Teardo alla colonna sonora, Marco Spoletini al montaggio e Ghrardo Gossi alla fotografia. Insomma, qualcosa del meglio del nostro cinema dell’ultimo decennio.

Postilla: Guido Massimo Calanca al video assist. Alé!

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