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Day 2. Al-Ma’sara

by rainwiz. Average Reading Time: about a minute.

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Mi sveglio nell'ostello e subito capisco che avevo sottostimato lei.

La receptionist dell'ostello. Sguardo da tinca, fisso sul monitor del laptop. Legge tutto: in vari passaggi l'ho trovata prima su youtube, poi su un sito di gossip, poi su facebook in atteggiamento da chat frenetica multifiniestra. Alle 2 si notte era su bloomberg e leggeva le quotazioni del Dow Jones. Di mattina è ancora lì, su un sito spagnolo di ricette…

Alla porta di Damasco ci aspetta Mike, efficiente come al solito, nel suo ChevyVan pronto a scortarci alla volta di Al Masara.
Durante il tragitto attraversiamo due delle cinque dita di Gerusalemme. In una di quelle ha casa anche Fiamma Nirenstein.

Arriviamo ad Al-Ma’sara e veniamo accolti dal comitato di resistenza popolare non violenta. Sorrisi, ringraziamenti e bambini che ti girano intorno chiedendoti una foto. È venerdì, giorno religioso del riposo e della lotta per la libertà.
Il tempo di lasciare gli zaini e di fare l'inventario delle cose da comprare per gestire la casa che ci avvisano che la protesta settimanale sta partendo. Ci aggreghiamo in questa marcia pacifica nelle vie del villaggio, sapendo che appena lambiremo la strada principale l'esercito arriverà a fermarci. E infatti…

I soldati sbarrano la strada, ma nessuno ha voglia di creare il caso. Restiamo compatti, i francesi (?) iniziano "Bella Ciao" ed è un bel momento.

Pomeriggio io, Mariella (il notaro) e Laura andiamo a Betlemme per fare compere, mentre 4 uomini puliscono la casa (alla faccia del sessismo). Una cena semplice a base di Za'tar, Hummus, pomodori, olio e pane. Skype per testimoniare la mia incolumità alle persone che stanno in pensiero e a nanna. domani sveglia alle 5.00 per andare a raccogliere le olive a Burin.

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