Twitter verified account
by rainwiz. Average Reading Time: about 2 minutes.
Twitter ha sviluppato una procedura per verificare l'identità degli account di personaggi pubblici.
Un esperimento interessante soprattutto nel contesto dei social network dove il numero degli interlocutori va ben oltre i cerchi sociali simmeliani delle persone che frequentiamo.
Chi si è occupato di progettazione web di servizi on line che trattano dati sensibili sa bene quanto il tema dell'identificazione sia centrale. I modelli adottati sono essenzialmente tre:
- riconoscimento in presenza: l'utente si reca presso una sede del fornitore e viene riconosciuto a vista esibendo un documento;
- riconoscimento a distanza: l'utente invia della documentazione (digitale/analogica) in grado di confermare la sua identità oppure viene contattato e risponde a un set di domande personali;
- riconoscimento conto terzi: l'utente si è già fatto identificare da un altro attore quando accede al servizio del fornitore.
Il riconoscimento in presenza è abbastanza affidabile ma ha costi alti (utente e fornitore) e necessita di una diffusione capillare nel territorio delle sedi del fornitore. Il riconoscimento a distanza costa meno ma è meno affidabile (falsificazione dei documenti digitali o reperimento di informazioni personali). Molte aziende preferiscono risarcire le frodi piuttosto che aumentare i costi generali di servizio e questo spiega perché basta chiamare un operatore telefonico sapendo il numero di cellulare, la data e il luogo di nascita di una persona per bloccare temporaneamente la sua scheda.
Il riconoscimento conto terzi è il modello che più di tutti abbassa i costi (vieni riconosciuto una volta, magari in Comune) e la carta d'identità elettronica è una delle tecnologie già disponibili per poter dimostrare la tua identità a distanza in maniera piuttosto sicura.
Nonostante tre anni fa anche la Cassazione abbia ribadito che il furto d'identità è un reato penale (494 c.p. – sostituzione di persona) è evidente che i nostri governanti hanno altri reati penali a cui pensare, quindi il progetto della CIE è andato avanti tra ritardi e rimandi, lungo i sentieri tortuosi di provvedimenti dal nome eccezionale come decreto milleproroghe, una costante tutta italica del fare (anche si), ma certo non ora non qui.
L'ultimo (si, perché è un provvedimento divenuto "ordinario") milleproroghe sposta al 31 dicembre 2010 la data, a decorrere dalla quale non è più consentito l'accesso ai servizi erogati in rete dalle pubbliche amministrazioni, con strumenti diversi dalla carta d'identità elettronica e dalla carta nazionale dei servizi. Ci credete?
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