Eccomi a scrivere. E non c’è un motivo.
Sensazioni molteplici, riassumibili in un paio di componenti principali.

1) Piacevole sorpresa Roma d’Agosto.
Il raccordo vuoto. I grandi spazi.
Suoni che avevi dimenticato che, senza i rumori dei 4 milioni di esagitati, riaffiorano.
L’acqua che scende dal nasone di via Ostiense. Fa rumore. Davvero.
Quando ci sono meno clienti, questa città mignotta si scopre un po’ di più per attirarti.
E allora grazie all’interruzione dell’appia a capannelle scopri lo statuario. Non male lo statuario.

Scopri che esiste qualcosa in mezzo alle partenze e alle destinazioni.
Attraversare la città può essere piacevole. Anzi, è una figata.
Te ne vai con il tuo scooter e ammiri il mutare della città intorno a te:

0,5 km: Le casette abusive ex borgata ora quartiere tranquillo fuori dal raccordo.
5 km: I palazzoni anni 50/60 della Roma alveare del Boom.
9 km: I palazzi dei ferrovieri, tranvieri, piloti, impiegati enti, impiegati paraenti, impiegati… Ieri case popolari oggi gioielli.
14 km: Le mura
14,3 km: La città tracciata da Marco Aurelio. Opus reticolatum e barocco, una colonna di marmo nella muratura di una casa che ha una terrazza in anodizzato condonata.
? km: Guarda questo scorcio… Pensa te che c’è quì dietro…

Cominci a provare commiserazione per quei poveracci che si mettono sotto terra all’Anagnina e rispuntano a Spagna. Tra Anagnina e spagna c’è un mondo intero. Per loro ci sono solo 4 articoli di Metro.

2) Malinconia.
Solitudine al semaforo.
Cinema immensamente vuoti. Che c’è dopo la tenda rossa? Sono un archeologo che si avventura nelle cattedrali del passato?

Gli amici sono via. Puoi fare un respiro profondo e dedicarti a te stesso.

Però affiorano certi pensieri. Nomi. Targhe.
San Niccolò. Malamocco. Santa Elisabetta. Bagni Alberoni.
Il baretto del fu sign. Alfio, con i tavoli da carambola.
Il playground in cemento. La pista di pattinaggio.
Il Miramare e il pizzaiolo laziale.
Paolo e il 161.