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Venice Film Festival 2008

by rainwiz. Average Reading Time: about 2 minutes.

Rileggo il post malinconico dell’anno scorso.

Quest’anno non ho saputo resistere. Dopo il battesimo di Venezia 55 ho sentito che dovevo assolutamente celebrare il mio decennale personale. Per cui ho respirato di nuovo l’afa del lido, cullato dalle sue sirene e ammaliato dalle sue contraddizioni.
Qualche pensiero a caldo, prima che la romanità mi anestetizzi nuovamente:

– Commentiamo la notizia: Leone d’oro a Darren Aronofsky. Posso dire dopo tanti anni che sento questo premio come una piccola vittoria personale. Ho difeso il film contro tutti coloro che l’hanno immediatamente screditato. Ho sentito cose come "È una cafonata! È un film abbastanza inutile. È un film trascurabile che mostra che Aronofsky sia stato un lampo ormai spento". Persone "quotate" del mondo della critica italiana l’hanno stroncato a voce ma il caso li ha graziati: The Wrestler è stato presentato l’ultimo giorno del festival e molti scribacchini del cinema italiano non hanno fatto a tempo a mettere per iscritto i loro retropensieri sadici. Io e Gamba abbiamo difeso il film come potevamo parlandone con tutti. Io, personalmente, ritengo che non sia un capolavoro ma comunque un gran film a cui manca qualcosina. Sinceramente non si sono visti capolavori nel concorso di questa edizione, per cui ci sta che un gran film vinca. Quando uno con le idee e il cv cinematografico come Wim Wenders premia un film tanto lontano dal suo cinema sento delle conferme personali: non mi ero sbagliato, perché The Wrestler è un gran film.

– Il pizzettaro del miramare sembra ringiovanito. Stanno costruendo il nuovo palazzo del cinema. Edo Pelle ha un nuovo progetto imprenditoriale. Eppure l’atmosfera di decadenza del festival è palpabile. Per chi conosce la manifestazione da lungo tempo, il paragone tra il concorso, gli eventi e le attività di questa edizione rispetto alle precedenti è malinconico. Once were Venice Film Festival. Amarezza.

– Gianni Di Gregorio. Italiano. 59 anni. Vince con Pranzo di Ferragosto il leone del futuro, come miglior opera prima della mostra. Io sono contento. Davvero. Il film ha tutto per piacermi: indipendente, low budget, personaggi irresistibili, è ben scritto, ben recitato, ben girato. Dura il giusto: non c’è né un minuto in più né uno in meno rispetto alla narrazione e al respiro che la storia deve avere. Inoltre, questo leone del futuro, mostra ancora una volta il piccolo problema anagrafico di mobilità sociale che pervade questo paese…

– Ho un nuovo ideolo personale: Yeo Joon Han, il regista di $e11 0u7!. Con lui e i due attori protagonisti del film ho impovvisato un’intervista karaoke entertainment della quale spero di avere a breve il video.

Paper Soldier e Nuit de chien sono impremiabili.

– Tanto altro: cadreghe sottratte, Maci al Jeroboam, incursioni faustiane e discussioni antimeridiane, canadian connection, la tristezza di veder premiato dai ragazzi il film della Bigelow (con il rammarico di non aver fatto parte della giuria), i Senigallia’s brothers, Elena in una forma smagliante, io che dormo in piedi gli ultimi 2 giorni, Arianna che fa esami e prende 30, Lara e le maschere simaptiche, Mika e le Arcane simaptiche, l’intervista a Moderndorfer, Cuvari Noci e tutte le storie in cui il passato è ancora irrisolto.

3 comments on ‘Venice Film Festival 2008’

  1. Alberto says:

    Raffo, Aronofsky se chiama DARREN, non DENNIS. Oppure pensavi a Rodman? Eheh…

  2. rainwiz says:

    Ooops… Manco posso appellarmi al dizionario automatico… Uffa!

  3. giona says:

    non vado a Venezia dal 2001. La mia prima volta fu nel 2000. Da allora lavoro tutti i fine agosto e mi è impossibile muovermi anche solo per un giorno. ma quando vedo i servizi al tg, quando leggo le recenzioni, quando vedo i film… quanto vorrei stare là!

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