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Elezioni politiche 2013 in Israele: Netanyahu e Lieberman sconfessati dalle urne

by rainwiz. Average Reading Time: about 2 minutes.

Questa è l'istantanea del giorno.

Benjamin Netanyahu

Le elezioni legislative (leggi politiche) per il parlamento israeliano sembrano dominate dall'incertezza. Dopo 24 ore la conta dei voti e l'assegnazione dei seggi è ancora in corso, tecnicamente perché lo spoglio delle schede dei soldati impiegati nei Territori Occupati è molto laborioso e sarà completato solo giovedì.

Eppure il sorriso è già scomparso dal volto del ex premier. Il 99% delle schede scrutinato (23/01/2012 10:00 GMT+1) consegna questo esito parlamentare. 

Risultati delle elezioni israeliane 2013

Partiamo da Benjamin Netanyahu e Avigdor Lieberman, i grandi sconfitti. Dopo le elezioni del 2009 il Parlamento israeliano si presentava così: al primo posto Kadima (il partito di centro fondato da Sharon), con 28 seggi; il Likud, 27; Israel Beitenu, 15; Shas, 10; Laburisti,8; Ebrei Uniti per la Torah 5; Hadash 4; Balad 3; Meretz 3; Lista araba unita, 3; Unione Nazionale 3.

Bibi e Avigor nella passata Knesset avevano insieme 42 seggi. Oggi, uniti, ne hanno conquistati 31. Cosa non ha funzionato? Tante cose.

La sorpresa è Yesh Atid, un partito di centro laico, fondato un anno fa. Al suo primo ingresso alla Knesset ha conquistato 19 seggi, quasi 1/6 dei deputati. I laburisti sono risorti, passando da 8 a 17 seggi grazie alla freschezza della leadership di Shelly Yachimovich che ha preso la guida del partito dopo lo strappo di Barak, un uomo bollito in evidente crisi di credibilità. L'altra sorpresa è l'avanzata della destra ultra nazionalista. United Torah Judaism passa da 5 a 7 seggi e Shas da 10 a 11. HaBayit HaYehudi sotto la guida di Naftali Bennett, non certo un moderato visto che parla di Territori Occupati proponendo l'annessione di Judea e Samaria, ha conquistato 11 seggi. Quindi questa destra religiosa pesa complessivamente 29 seggi, due in meno dell'alleanza Likud/Israel Beitenu.

Otzma le-Israel (altro partito nazionalista) sembra non superare lo sbarramento del 2%, altrimenti otterrebbe 2 seggi e partito centrista Kadima, che aveva la maggioranza relativa dei seggi nel Parlamento uscente dalle elezioni 2009, ora supera il 2% per un pelo e probabilmente otterrà 2 poltrone alla Knesset.

I partiti politici arabi presenti in Israele mantengono la propria rappresentanza immutata, anzi, grazie all'exploit di Lista araba unita che passa da 3 a 5 rappresentanti vedono complessivamente aumentare i loro seggi da 10 a 12. Gli arabi israeliani non sono tutti musulmani, sono anche cristiani e drusi. Negli ultimi anni i sondaggi indicano che la loro percentuale di partecipazione alle elezioni politiche ha subito un calo. Nel 1999 il 75% degli arabi aveva espresso un voto, mentre nel 2009 lo ha fatto solo un arabo su due. L'astensionismo è visto come una forma di ribellione alla normalizzazione e alla nascita del primo partito arabo "pro Israele", Hope for Change.

Cosa accadrà?

Visto che Bibi è comunque il leader del primo partito in Parlamento, Perez affiderà a lui il l'incarico di formare un governo e probabilmente Lapid, Livni e/o Yacimovich lo sosterranno. Ma a che prezzo? Quali saranno i nuovi accordi? Che equilibrio verrà creato tra Avigor Lieberman e Lapid? Questo, da oggi, è il tema all'ordine del giorno. L'agenda politica Israeliana sarà probabilmente meno dettata dalla paura del'Iran e più dalla crisi economica. Staremo a vedere.

Gideon Levy legge così il risultato: Israele vuole essere lasciato in pace. È la lettura più ispirata del voto che io abbia letto da ieri notte ad ora.

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