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3rd day in L.A.

by rainwiz. Average Reading Time: about 4 minutes.

Sul resto del secondo giorno do solo alcuni assaggi:

– Mi vedo con tutti alle 16.00 puntuale e andiamo a fare un giro per il centro cittadino. Chinatown, Little Tokio, Union station, e altra ordinaria amministrazione.
– Alle 20.00 andiamo ad abbuffarci al solito vegetariano. Il 18enne olandese di 70 chili mangia quanto me e Barbara messi assieme. Non ingrassa. Lo odio.
– Alle 21.00 faccio un giro di opinioni per progettare la serata ma tutti dicono di essere stanchi. Poverini. Sono in giro da 12 ore con la macchina per L.A. Che sfigati no? Parte il mio piano B. Andiamo a Santa Monica cosi’ chi e’ stanco va a dormire e chi ha energie si fa un giro nella movida della costa. Convico abilmente Sancho a non andare a dormire e partiamo.
– La serata si risolve in un party (festa privata) in un locale. Ovviamente non siamo invitati. Ma io, che stasera mi sento De Niro vado dal buttafuori e gli metto coattamente 20 bucks nelle mani. Allora entriamo. Tento improbabilmente di capire chi e’ il festeggiato/a ma e’ impossibile. Sti cazzi. Balliamo e se ci cacciano ci cacciano. Musica D&B. Non e’ il mio genere ma mi contorco un po’. Sancho e’ un grandissimo ballerino. Si destreggia tra donne di colore e asiatiche molto appariscenti. Poi viene da me e dice: “Ma una tettona californiana non la troviamo? Devo tornare in Italia a vedere la televisione per trovarne una?”. Io muoio dalle risate e mi avvicino al bar. Sorpresa. Open bar. E’ una festa privata dopotutto. Prendo un gin lemon e mi riprometto di non approfittare troppo dell’open bar, in fondo siamo sempre imbucati.
Alle 2.00 la serata spiove. Torniamo in albergo. Alle 2.00, citando Forrest Gump, “sono un po’ stanchino”…

Il giorno seguente tutti si alzano tardi (9.00) me compreso. Colazione al WILD FOOD MART e via verso L.A. Con ulteriore disappunto scopro che siamo tornati su Hollywood Boulevard perche’ i miei compagni di avventura vogliono fare shopping. Segno i loro nomi sull’agendina nera sotto la scritta “Mai piu'”. Quella mattina mi sento cattivo: Penso che Barbara la tedesca parte questo sabato, Robinson quello successivo; Sancho tutto sommato e’ recuperabile per altre scorribande.

Alle 12.00 dopo lo shopping e le foto di rito vicino alle stelle degli attori ripartiamo alla volta della Bay Area. Stavolta la mia mozione della strada del mare stravince. E mare sia!
Ci facciamo tutta la costa verso Santa Barbara. Robinson guida e io annoiato dallo shopping mi addormento. Quando mi sveglio e vedo il contamiglia capisco che Santa Barbara e’ passata e che magari non hanno voluto fermarsi. Quando Paul dice “Come ‘on St. Barbara. We’re waiting for you!” Intervengo e dico che abbiamo passato Santa Barbara da circa 20 miglia. Il putiferio. Passata? Si, no… Capisco che Robinson si e’ distratto e non ha visto l’uscita. Forse e’ stanco ed essere andato a dormire con le galline ieri sera deve averlo proprio fiaccato !? Lestamente propongo fluidamente di uscire alla prima uscita e cercare chissacosa. Tutti sono allo stremo (di che?!) e cosi’ usciamo.
Ci addentriamo su delle provinciali nella california centrale che ho scoperto ieri essere stata la terra di John Steinbeck. Tutto brullo e senza vita. Penso al fascino del deserto in Nevada, Arizona e Colorado. Il campus organizza delle gite al grand canyon di 3 giorni (2 notti) ma vuole 320 $. Mi sembra di stare a spendere un fottio di soldi in attivita’ extra e cosi’ la scorsa settimana non ci sono andato. Ma la ripeteranno il mese prossimo, e la tentazione di vedere il canyon e’ tanta…

Ad un tratto spunta il WAL Mart, un GIGAincredibileMEGA supermercato. Loro hanno tutto. La concorrenza e’ nulla. Non esiste alcuna attivita’ commerciale nella zona del WAL Mart. Vendono dalle scarpe ai vestiti ai pneumatici ai mobili al cibo agli autoveicoli al bricolage al ICT. Immaginate il Carrefour + IKEA + Euronics + Leroy Merlin + un concessionario di auto. Mi sembra di ricordare (da “bowling for Columbine) che i ragazzi della strage alla High School di Columbine avevano comprato i proiettili al WAL Mart. Chiedo ad un commesso. Mi dice che e’ possibile. Che in california e’ proibito ma che in alcuni stati il WAL Mart vende armi e munizioni. Mi immagino questi carrelli dei ragazzi con i pacchi di Mars, le pataine, i pop corn, la confezione da 12 di coca-cola e un bel pacchetto proiettili da 19mm… Immagino il cassiere stanco che passa i prodotti. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. I prodotti alla cassa fanno tutti lo stesso rumore. Forse questo e’ uno dei pochi sprazzi dell’egualitarismo nelle magnifiche sorti e progressive del libero mercato.

Mangiamo ovviamente al fast food del Wal Mart (ma dai, c’e’ anche un fast food dentro?) ma io dopo aver pensato alle pallottole sono un po’ reticente. Prendo un hot dog al misero costo di 99cents (al WAL mart ci vanno tutti perche’ si risparmia un casino e la concorrenza non ha chance di vivere…)

Torniamo sulla strada della costa e guido io. Mi sento piu’ sicuro. Il viaggio ha altri altri pit-stop in:

– Monerey (Dove tornero’ perche’ hanno l’acquario piu’ grande della california con delle specie rarissime)
– Carmel By The Sea (La spiaggia dei supervip della California). Un posto incantevole, davvero.
– Santa Cruz. La spiaggia dei poveracci con doppio parco dei divertimenti e una serie di negozi completamente dedicati al Surf.

Alle 22.00 siamo a Oakland. Torno nel Colledge. Sono troppo stanco per uploadare il blog. Vado a nanna. Non prendo subito sonno pensando a tutte le cose che avrei voluto vedere di L.A. e non ho potuto. Mi ripropongo di tornarci.

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