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Day 3. Burin

by rainwiz. Average Reading Time: about 2 minutes.

Sveglia alle 5.00 dopo una notte poco riposante. Il cane dei vicini a dir poco turbato (dalla nostra presenza?), il caldo patito nel sacco cucito dal sarto di Betlemme (storia che non ho ancora raccontato) e l'after hour delle blatte non hanno certo aiutato.

Alle 5.30 si presenta puntuale il giovane Makhmud ma l'altra macchina tarda ad arrivare. Ok, le 5.30 palestinesi sono forse più flessibili delle 5.30 italiane. Infatti alle 6.15 partiamo alla volta di Ramallah, dove sgranocchiamo dei biscotti al sesamo e cambiamo macchina per arrivare a Burin.

Perché Burin?
Perché esercito e coloni stanno impedendo ai contadini palestinesi di raccogliere le olive.

http://palsolidarity.org/2011/10/israeli-military-superiors-interfere-in-burins-olive-harvest/
http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=323640
http://www.uruknet.info/?p=m70713&hd=&size=1&l=e

All'arrivo a Burin ci accolgono i vigili del fuoco. Caserma al piano terra di una palazzina: 70 metri distribuiti tra ingresso + sedia, stanza con scrivania e poster di Abu Mazen, cucina con due agenti che soffriggono della cipolla, bagno con doccia, angolo multimediale con monitor CRT 15' SuperVGA.

Le persone del comitato ci fanno vedere il fondo valle vuoto, spettrale, perché è stato bruciato durante l'estate dai coloni degli insediamenti e degli outpost circostanti. Le colline sono argillose, gli ulivi piccoli e abbastanza distanziati. Dopo un micro scontro col la border police, scaliamo una collina e ci mettiamo al lavoro con una famiglia che ha un appezzamento in alto. Nonna sessantenne e due nipoti di adolescenti: Mustafà e Yassim. È evidente che siamo scarsi, che non abbiamo esperienza nella raccolta, ma la signora ci sorride sempre e Mustafà mi fa vedere come si mette la scala in collina (c'è una scienza, sapevatelo). A pranzo gli stessi teli della raccolta diventano il contesto di un pic nic improvvisato con hummus, olio e za'tar.

Dopo pranzo cambiamo appezzamento e famiglia, per distribuire il nostro aiuto. Siamo in alto ma soldati e coloni non se ne vedono. Meglio, quindi ci diamo sotto con le olive.

Alle 16.00 dopo 7 ore sono cotto. Si beve un the sociale (buonissimo) e scendiamo dalla collina. Mi risveglio a Al-Ma'sara. Il desiderio sarebbe fare una bella doccia, ma l'acqua è un bene scarso e prezioso, quindi mentre Dario prepara una minestra di lenticchie (buona!) mi lavo al volo e capisco di essermi rilassato quando mi viene da pensare a Francia Galles. Ora vado a vedermi gli highlights.

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