iA


L’italietta del vezzeggiativo

by rainwiz. Average Reading Time: about a minute.

La scorsa settimana ho passato 3 ore nella sala di attesa di un ambulatorio ospedaliero.
Niente di che. Un controllo.

Visita prenotata al CUP per le 10.15. Alle 9.55 avevo già pagato il ticket e consegnato la ricevuta con l'impegnativa al reparto. Conoscendo i tempi della sanità pubblica italiana avevo prudentemente portato con me un buon libro. Prima di immergermi nella lettura, un cartello ha catturato la mia attenzione. Trattasi di un classico cartello pseudo-ufficiale, autoprodotto dal personale dell'ambulatorio e affisso tramite scotch direttamente sull'intonaco.

Avvisetto

Qualche paziente in attesa, evidentemente infastidito dalle parole numeretto e avvisetto, ha pensato di scarabocchiare il cartello per renderlo ancora più comico di come non fosse già.
C'è da dire che tra tutte le alterazioni linguistiche, il vezzeggiativo in Italia è uno sport nazionale.

Una cosa è esprimere affetto quando parlo del mio gatto definendolo "gattino" oppure in un contesto di complicità interpersonale dico "Ci facciamo una birretta?", ma noi viviamo H24 in un Paese fatto di attimini, cosette, cosucce.
Quando non si può fare affidamento su servizi garantiti o procedure standard per richiederli, la nostra creatività tanto stimata nel mondo ci porta a rafforzare la relazione con chi abbiamo di fronte: sportellista, commesso, ufficiale ecc. Questo modo di fare, che somiglia più all'arte di arrangiarsi che al problem solving vero e proprio, è la cartina di tornasole di un Paese piccolo, avvezzo a strizzare l'occhio e chiedere favori o a piangere clemenza.

Qualcuno direbbe "povera Italia". Anzi, poveretta…

P.S. Nel 1976 la sceneggiatura di "Febbre da cavallo" già coglieva queste sfumature. L'avvocato De Marchis ha fatto tristemente scuola… (video)

No comments on ‘L’italietta del vezzeggiativo’

Leave a Reply