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Chapter 1: il viaggio

by rainwiz. Average Reading Time: about 3 minutes.

La mia giornata tra aerei e aroporti comincia alle 5.40 a fiumicino.
Arrivo con il mio stuolo di accompagnatori (tra cui mia madre, molto piu’ colpita dalla mia partenza rispetto a Gabriella) e vado a fare il check in quando lui, l’incubo delle ultime giornate a roma ricomincia a telefonare.
Parlo del foggiano assurdo che doveva partire con me per lo stesso periodo per la stessa universita’. Mi chiama dicendomi che sta arrivando a fiumicino e di aspettarlo per il check in…
Io aspetto un po’, ma alla fine faccio il check in da solo, sperando (invano) che mi assegnino un posto lontano da lui.
Poi lo vedo arrivare, accompaganto da suo cugino finanziere di servizio a roma, e capisco che si tratta di un bravo ragazzo, sicuramente di quei bravi ragazzi che proprio per essere tali fanno sempre un po’ piu’ di fatica nel fare le cose.
Comunque fatti i saluti ci imbarchiamo.
Nel volo Roma-Londra lui cerca la conversazione con frasi tipo…

1) Andiamo a San Francisco! Bellissimo! E’ dove hanno fatto il film Boldi e De Sica! Hmmm. No. Forse mi sbaglio, quella era Miami vero?
2) A Roma ci sono tanti immigrati?
3) Oggi con tutte queste rapine avere un’arma comunque ti aiuta…

Ci vuole un nanosecondo a capire che con questi incipit ha fugato tutti i miei dubbi riguardo al bon ton di addormentarsi durante il viaggio senza tentare la conversazione…
E quindi dormo. Dormo. Dormo. Mi svegliano a Londra, scendo dall’aereo, un rapido sguardo al duty free e mi rimetto a dormire homeless style, sdraiato su una panca dell’aereoporto (roba da far pogare anche Brian Eno).

Mi sveglio un’ora dopo ma mancano ancora 2 ore al nostro volo per SF. E’ qui che rivaluto la figura del foggiano che decido di chiamare Sancho in assonanza con il suo cognome.
Si avvicina a me con fare guardingo e dice: ma non hai fame? Io ho della pizza fatta da mamma, ne vuoi? E cosi’ mi mette davanti al naso una crostata salata di carciofi che aveva confezionato una supersanta donna foggiana con le sue mani per il figlio che partiva lontano. Capisco che e’ un’occasione unica. Dopo il primo morso capisco che e’ un’occasione straordinaria e che tutto questo mi manchera’.

Mangio e mi abbevero grazie a Sancho e, indovina un po’, mi rimetto a dormire in gilessio style.
A 20 minuti dall’imbarco raggiungiamo il superboeing della BA e, guardandolo, capisco su quali trabiccoli in questi anni di trasferte mi hanno mandato…

Salgo sull’aereo e naturalmente dormo. Dormco cosi’ tanto che al risveglio trovo Sancho che, disperato, ha socializzato con la vicina di poltrona. Tale Kelly di SF. Me ne rallegro. E’ un ottimo link.
Quando lei si alza e va al bagno io gli dico: e bravo, ti sei messo a rimorchiare le americane sull’aereo? Lui giggioneggia in mille sorrisi e rivedo la faccia dell’uomo italiano che si bea delle sue conquiste.
Quando lui si alza e va al bagno Kelly mi rivolge la parola per chiedermi se anche io sono italiano e da dove vengo. Cominciamo a parlare e le chiedo quanto tempo era stata a londra. Mi dice 15 giorni, e che ci va ogni due mesi per trovare la propria ragazza.
Mi sorride. Penso a Sancho al bagno che magari si pettina per essere attractive e a Kelly che e’ lesbica e a fatica trattengo le risate perche’ mi sembra brutto riderle in faccia dopo quello che mi ha detto. Eppure capisco che se la guardo non riesco a non ridere… Allora chiudo gli occhi e dormo ancora. Mi svegliano quando l’aereo sta per atterrare. Guardo frisco dall’alto.
Salutiamo Kelly e ci mettiamo in fila per uscire. Durante la coda Sncho mi mostra un foglietto con il numero di Kelly. E’ fiero di se stesso…

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