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Bucatini thriller

by rainwiz. Average Reading Time: about 2 minutes.

L’attualità mi ha dato lo spunto per scrivere una storia.
Il soggetto per una specie di thriller alla romana. Fatto in casa.

Ecco che succede.

C’è una donna.
Una tranquilla. Un po’ de borgata. Un po’ no. Ma una tranquilla.
Se butta dentro al sindacato.
Un sindacato diverso dagli altri. Uno de destra, perché ci sta sua madre prima di lei.
Che c’è di male a fare sindacato ed essere de destra? Niente!

Un sindacato che c’ha pochi iscritti perché tu ne dichiari 2.000.000 ma sulle liste ce ne sono 100.000 (Wikipedia, Report, 26 ottobre 2008)

Comunque è la prima donna a capo di un sindacato. Bene.
Buona notizia per le donne in Italia: oltre a fare le vallette/escort degli uomini di potere ci sono alternative.
Brava!
Qualche tv la invita. Ci va sempre.
Serve a lei e alle tv. Lei si fa conoscere e si legittima e loro mostrano la storia della donna di destra che è a capo di un sindacato.
Funziona.

Poi succede che un governo de destra comincia a fare leggi contro il lavoro.
All’inizio (legge 30) regge la botta. Un po’. Ma i suoi iscritti s’arrabbiano.
Come li difende? Deve scegliere!
Allora il 26 giugno 2006 dichiara che voterà al referendum CONTRO la riforma del centrodestra perché quella riforma offende il lavoro e crea disagi ai lavoratori.
AN si arrabbia, ma poco male. Contano i lavoratori.

Quattro anni dopo lo scenario sembra cambiato. Pazienza.
Pazienza se il governo Berlusconi è lo stesso che fece la legge 30, istituendo i contratti a progetto, il job on call, il job sharing.
Pazienza se quello stesso governo oggi sta furbescamente votando leggi per distruggere l’articolo 18 attraverso una riformetta chiamata “collegato lavoro”.

A lei ora sta bene.
Ha fatto la sua carriera. Ora è Presidente di una regione importante.
Domani potrebbe andare in Parlamento.
In futuro potrebbe essere la prima donna in qualche incarico istituzionale.

Allora anche sticazzi dei lavoratori.
Magari qualcuno ci aveva creduto.
Povero sciocco.
Ora può anche togliere la maschera.
E mostrare chi è.

P.S.
Questa è una storia d'invenzione. Non so in che contesto sia stata scattata questa foto.
Non so se Renata Polverini sia una nostalgica del ventennio, una repubblichina o semplicemente una persona che stava per dare il 5 a un'amica.
Da inguaribile ottimista spero sempre che tutti i richiami al fascismo siano sempre frutto di misunderstanding.
Spero che lo chiarisca lei stessa. Anzi, da cittadino del Lazio, lo pretendo.
Prima possibile. Presto. Perché la parola speranza, dopo l'intervento di Monicelli, ha un altro sapore.

2 comments on ‘Bucatini thriller’

  1. francesco says:

    Purtroppo null'altro da aggiungere.
    Tristezza, perché l'amarezza non basta più.

  2. diversamente sociale says:

    bisogna tenere botta, incazzarsi e guardarsi le spalle. e no, quella foto li' e' il simbolo di un reato, quello di apologia del fascismo..
    pero' a quest'ora due bucatini cacio e pepe ci stanno bene…
     
    fluid power!

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